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LETTERA  APERTA

Alla Redazione del Resto del Carlino 

Edizione Marche

All’Ordine dei Giornalisti

Lo scorso novembre la cronaca del Carlino Marche si è occupata della Fiera di San Martino dell’11 e 12 / ’11 a Grottammare (AP) in alcuni articoli (allegato1 —allegato  2) il cui autore insiste sulle polemiche suscitate dalla presenza in Fiera di animali vivi esposti per la vendita.

Alcune osservazioni, di merito e di metodo, sugli articoli.

Il giornalista, argomentando sul problema [degli animali venduti alla fiera] dopo un eloquente inciso – “Se di problema si può parlare” – sottolinea come il sindaco “per evitare il più possibile questioni” (sic) abbia con una lettera sollecitato gli organismi preposti ad effettuare i controlli di rito.

Sintetizzo la chiave di lettura – difficilmente equivocabile – offerta dal giornalista:

1) la prassi dell’esposizione/vendita di animali vivi in fiere e mercati ambulanti [barbara e incivile, n.d.a.] non è un problema (1) [se non per qualche esagitato scassacabasisi]


2) la lettera sui controlli, inviata “per evitare il più possibile questioni” e inoltrata “anche ai promotori delle mail di protesta che girano già da qualche giorno” serviva più che altro a tacitare gli esagitati di cui al punto 1. Non dunque a fronteggiare un problema che per il giornalista dichiaratamente non esiste o è un falso problema.

(1) Non lo è di certo per il giornalista, cui fa buona compagnia l’amministrazione cittadina, per niente turbata dal deficit di cultura e di civiltà che la città mostra in tali circostanze.. .Le indignate proteste di cittadini e di turisti ricevute da sindaco e stampa in occasione dell’analoga fiera di S.Paterniano, lo scorso luglio, ne sono state eloquente riprova, superbamente tenuta in non cale nelle nostrane stanze dei bottoni. ]

Più avanti, con piglio paternalistico l’autore dispensa consigli: [gli esagitati di cui sopra] utilizzino, di grazia, gli spazi pubblici nell’ambito delle Fiera per fare informazione e sensibilizzazione anche su questioni animaliste di più ampio orizzonte, anzichè fare “solo azione di prevenzione contro presunti ed eventuali maltrattamenti…” (Presunti? Eventuali? Che superficialità, che disinformazione!)

Domanda: il giornalista conosce forse nel dettaglio e in concreto ciò che associazioni animaliste locali e comuni cittadini – gli scassapalle – fanno realmente sul territorio per sensibilizzare, informare, educare, promuovere, e dove necessario – di fronte all’ottusità di organismi responsabili – chiedere regole certe e adempimenti dovuti?

E’ evidente che lo ignora, altrimenti non si sarebbe spremuto in non richiesti e disinformati consigli, perdendo un’ottima occasione per tacere.

Nella cronaca del dopo-fiera (13/’11) la finissima penna evoca gli ossessivi (!) controlli cui gli organismi responsabili sono stati costretti [evidentemente dalla petulanza dei richiedenti n.d.a.]: i commercianti sarebbero stati addirittura “controllati a vista” (sic). Scivola poi in un’ imbarazzante comicità quando piange sulla quasi “persecuzione” di cui sono oggetto [sempre ad opera dei petulanti in questione] i mercanti di animali, loro che probabilmente amano i loro animali quanto e più di altri” [appalusi a scena aperta per la facciatostaggine]. L’analisi si chiude sulla trionfale constatazione che “tutto è risultato perfettamente in ordine e nessuna sanzione è stata comminata“. Amen.

Il giornalista mostra ampiamente di non possedere corretta e completa informazione su un fenomeno – il commercio ambulante di animali vivi in fiere e mercati itineranti su tutto il territorio – in cui a situazioni di vero e proprio illecito si sommano le inique condizioni di detenzione degli animali (con buona pace del suo “se di problema si può parlare“).

Ignora o finge di ignorare – forse per meglio dispiegare il suo peana all’intemerato sindacoche da parte non di sole associazioni animaliste ma anche di numerosissimi cittadini non riuniti in associazioni le richieste più volte avanzate – anche formalmente, attraverso esposti – non riguardavano i normali “controlli” sulle condizioni degli animali in vendita. [I controlli, infatti, a meno che non si viva nelle caverne – e  a guardare certe realtà il dubbio s’insinua –  dovrebbero essere talmente ovvi, doverosi e scontati in situazioni del genere, che il richiederli a gran voce avrebbe perfino del ridicolo e il non effettuarli è colpevole omissione di precisi obblighi di legge].

Se il giornalista non fosse stato così assorbito dalla difesa d’ufficio del “suo” sindaco e dei perseguitati mercanti di animali, avrebbe scoperto che a sindaco e ad amministrazione comunale tutta veniva richiesto di VIETARE il commercio di animali vivi nel territorio comunale in occasione di fiere e mercati, secondo la Legge Regionale che dà al sindaco poteri e discrezionalità in materia. Proprio come già fanno da tempo molti Comuni italiani, con ogni evidenza di gran lunga più civili del nostro.

Le motivazioni della richiesta, fondate e argomentate, sono state ricevute da tutta la stampa locale [che ne ha fatto carta straccia ma certo le ha lette]: superfluo perciò ripeterle qui. Basti solo ribadire che la presenza sul territorio di simili pratiche, pura barbarie che interessi di bottega tentano di far apparire come conservazione della “tradizione” [cfr.intervista rilasciata dal sindaco alla trasmissione Buongiornoregione, TG3 Marche del 12.11/’11], fanno di Grottammare una “perla” di arretratezza culturale e civile.

Il giornalista, sollecito nell’elargire consigli di sconfortante qualunquismo, avrebbe dovuto e potuto informarsi. Come la professione gli impone. Con il pieno diritto di esprimere proprie idee e posizioni purchè suffragate da conoscenza corretta e completa dei fatti, la stessa che deve trasmettere ai suoi lettori. Diversamente, le sue sono opinioni da bar.

Concludendo: ancora una volta la locale stampa cartacea conferma la propria vocazione a sostenere le posizioni dei “padroni delle ferriere” incondizionatamente e… a prescindere; e a prendersela, di contro, sempre e comunque con quei cittadini che muovano critiche motivate, documentate, informate…

Esprimere opinioni e punti di vista è pieno diritto del giornalista, se questi si basa su una conoscenza dei fatti correttamente acquisita e imparzialmente trasmessa, se non altera la percezione dei fatti per essere megafono del potere.

Cosa impedisca a certa informazione locale di assumere posizioni imparziali, cosa la spinga a farsi costante cassa di risonanza delle scelte – spesso indifendibili – dei poteri locali, sono argomenti su cui dovrebbero soffermarsi i responsabili a vario titolo dell’informazione e chiunque ritenga – da fruitore – di aver diritto ad un’informazione onesta.

Come ha detto autorevolmente qualcuno – e per restare in ambito “animalista” – il giornalismo dovrebbe essere il “cane da guardia del potere“, non  “il cane da compagnia. O da riporto“.

P.S. / Da notare che, accanto al citato articolo del 13 / ’11, compare il trionfalistico comunicato di Pres.Federcaccia  Cupramarittima, in cui si saluta con standing ovation la riapertura della caccia agli storni. Velina riportata tal quale, senza una nota critica o di commento: associata agli articoli di cui sopra, ne completa degnamente il quadro. Anche materialmente: compare infatti nella stessa pagina…

Grottammare 8. 12.’11                                      Sara Di Giuseppe