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San Benedetto T. – “DEMOLIZIONE, RICOSTRUZIONE CON AMPLIAMENTO E TRASLAZIONE”

Capparè non avrebbe voluto tutto questo: che la sua vecchia ma quasi bella e accogliente casa colonica fosse “demolita” a pezzetti più piccoli di un mattone da Immagine-367una ruspa gialla finto-giapponese; che fosse poi orrendamente “ricostruita” (il rendering del tabellone, qui in foto, è eloquente) con ferro cemento e plastica calati da gru a noleggio; “ampliata” per trasformarsi in quattro zuccherose ville d’allevamento con giardini blindati per SUV; e infine “TRASLATA” un po’ più in qua un po’ più in là come un pacco postale, a coronare i porci comodi degli speculatori.

Non l’avevano certo voluto i volenterosi e ingenui Verdi di quasi trent’anni fa; non l’avevano voluto gli antichi confusionari Piani Regolatori pur pieni di trucchi e assurdità; non l’avevano voluto i sanguigni politici del tempo, certamente furbi e non casualmente socialisti; non l’aveva voluto il residuo buon senso comune (anche se l’aveva pensato). Quella modesta affettuosa ruspante casa di campagna, residua testimonianza del vasto latifondo dei padroni-Laureati, resisteva senza combattere. Con lei noiosamente resisteva la piatta campagna intorno, lunga e sfrangiata striscia di terra pur assediata da piscine parcheggi strade svincoli e superstrade, ma ancora ostinatamente coltivata, viva: vi si vedevano ancora cambiare le stagioni.

Ma adesso pare che il tragico cambiamento lo vogliamo tutti. Moderni Verdi con la testa di betoniera, Piani Regolatori nascosti o fantasma, tecnici frettolosi senz’anima, politici spregiudicati e marci nel profondo, e il “nuovo” buon senso (quello che non pensa, e fa). Quindi, ben presto sarà STRUMP SPRANG CRUNCH KLUNK KRATSCH… e ZAC-ZAC (gli ultimi alberi). Di casa Capparè non resterà neppure il nome.

Ma peggio: queste prime quattro villette d’allevamento daranno la stura a una catena infinita di orripilanti loculi abitativi alla moda, mentre la residua campagna verrà lucrosamente frazionata in lotti-riparatori di “verde” artificioso, inutile, incolto, con pietosamente avvitata qualche palma mal cresciuta con punteruolo rosso incorporato.

A cosa (a chi) servirà questo ulteriore apocalittico stravolgimento del territorio? Ad arricchire i soliti, va da sé. Ad uccidere vivibilità, qualità dell’ambiente, turismo. A rafforzare il carcere d’indifferenza, opportunismo, silenzio, in cui ci siamo volontariamente rinchiusi.

Quei dissennati paraculi che contrabbandano ancora – contro ogni evidenza e buon senso – che l’edilizia tornerà ad essere motore di crescita e sviluppo oppure sarà la fine, hanno piegato le leggi e creato nuove legalità che li hanno resi impuniti e vincenti nel loro indecente stupro dell’ambiente e delle menti; sono riusciti a imporre – nell’indifferenza dei sazi e nella complicità di altri manipolatori del futuro – perfino un vocabolario inaudito, plagiando termini spettanti a progettualità di ben altro spessore e a tecnologie di ben altro livello, come “TRASLAZIONE” .

17. 8. 2013                                         PGC

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